Nel 2013 Martini ha festeggiato i suoi primi 150 anni. Barbara Herlitzka, PR Manager Martini &Rossi, ci racconta le iniziative realizzate per questa ricorrenza.

ELISA FULCO
: In che modo avete scelto di festeggiare i primi 150 anni di storia del marchio?
BARBARA HERLITZKA: Ci siamo concentrati su due iniziative. Da un lato, abbiamo migliorato la comunicazione della nostra storia all’interno del Martini Visitor Center, che prima si fermava agli anni Novanta e oggi prosegue con il racconto dell’attualità. Ci siamo concentrati sul miglioramento dell’offerta dei nostri visitatori, ripensando il bar, che per noi ha un significato speciale, ampliando lo store e creando un Bar Academy, per la formazione interna e gli stakeholder del gruppo. Contemporaneamente abbiamo promosso la mostra Martini Racing, ospitata al Museo dell’Automobile di Torino sino al 26 gennaio 2014.

EF: Perché avete scelto questa mostra proprio per i festeggiamenti?
BH
:Chiaramente non è un caso ma rappresenta una precisa volontà del gruppo Bacardi Martini: quella di raccontare il più lungo e duraturo progetto di comunicazione e sponsorizzazione di Martini che ben 45 anni fa ha inventato una scuderia e l’ha sostenuta con entusiasmo, professionalità e passione, come dimostrano i premi e le vittorie internazionali conseguite. Tutti valori che esprimono perfettamente la visione del mondo Martini.

EF:Quanto conta lo studio dell’Archivio storico per collegare il passato al presente sia nei progetti culturali che nella comunicazione aziendale?

BH: La mostra nasce dalla consapevolezza del legame duraturo tra Martini e lo sport, che emerge con chiarezza dai documenti dell’Archivio Storico. All’inizio era il ciclismo e l’epicità dei primi giri d’Italia ad animare lo spirito di competizione e di sfida dei fondatori, sostituito nel tempo dalla passione per la corsa e il mondo dei motori. Tutto nasce dal recupero del dna aziendale. La storia è sempre stata oggetto di interesse e per vocazione Martini è un brand che si è sempre prestato al racconto, alla narrazione, a partire dai cartelloni pubblicitari sino agli spot che hanno fatto la storia della comunicazione.

EF:In che modo l’archivio storico viene “usato” all’interno dell’azienda?
BH: L’Archivio è oggi un prezioso strumento utilizzato per lo sviluppo del brand MARTINI. Basti pensare al liquore prodotto per i 150 anni, “Gran Lusso”, che sia nel nome che nella ricetta riprende una vecchia produzione aziendale, Lusso, realizzata con un estratto di erbe e un particolare processo produttivo realizzato specificatamente per l’occasione. Si è sempre attenti a riprendere temi e motivi del passato, chiaramente attualizzandoli. In questo senso Martini e Bacardi hanno sempre condiviso una visione incentrata sul recupero del passato: “Honoring the past. Looking through towards the future. Non a caso quasi tutti i brand del gruppo posseggono degli archivi storici.

EF:La conservazione del passato richiede tempo e investimento. Come è stato organizzato l’archivio storico?
BH: E’ stato ed è un lavoro lungo che ha coinvolto due persone a tempo pieno per sei anni. Un lavoro che ha portato al trasferimento fisico dei faldoni dell’archivio in una sede dedicata all’interno dello stabilimento di Pessione. Prima di tutto è stato schedato e ordinato il materiale nella sua interezza attraverso la creazione di un database. Successivamente è stata fatta una valutazione sulle serie da digitalizzare, processo che è ancora in corso.

EF
:Martini è stato uno dei primi marchi a comprendere il ruolo della storia nel processo di valorizzazione del brand. Già nel 1961 avete inaugurato il Museo Martini di Storia dell’Enologia.
BH:Sì, in effetti in nuce, con l’idea di una stanza dedicata alla storia aziendale, era già presente l’intuizione del Martini visitor Centre, inaugurato nel 2005 e incentrato proprio sul racconto dinamico e coinvolgente del brand, il tutto coadiuvato dal ruolo strategico delle Terrazze Martini, e dal legame storico con l’arte e il cinema. Martini è un marchio molto amato, circondato da un’aura speciale e da un’ottima reputazione internazionale che va al di là dei propri prodotti di consumo.

EF:Ritornando alla mostra Martini Racing, c’è qualcuna di queste macchine che racconta una storia speciale?
BH: Da un lato c’è una macchina che racconta una la prestigiosissima vittoria della 24 Ore di Le Mans del 1971, la Porsche 917 “coda corta, simbolo del successo Martini. Dall’altro è proprio la partecipazione delle persone coinvolte nel progetto a rappresentare la parte più umana dell’esposizione. Il racconto dei piloti, del team manager ma anche la presenza al completo, durante l’inaugurazione, dei meccanici che hanno fatto la storia di Martini Racing. C’è un’impronta personale e professionale che Martini ha lasciato e lascia nelle persone che hanno lavorato intorno al suo mondo. Un’impronta positiva, animata dalla soddisfazione di aver partecipato a un’avventura in cui si respirava la professionalità e la passione che anima tutti ancora oggi.

Condividi con