Il 14 Aprile, come ogni anno, si festeggia il compleanno del Museo del Cavallo Giocattolo di Grandate, inaugurato nel 2000 e ormai undicenne. Ne parliamo con Graziella Perego, curatrice del Museo.

 

Elisa Fulco: A cosa si deve questa ricorrenza?

Graziella Perego: il 14 Aprile è la data di nascita del Cavaliere del Lavoro Piero Catelli, fondatore della Artsana-Chicco (oggi  Società Artsana Group) che nel  2000 aveva festeggiato il suo 80° compleanno aprendo al pubblico il Museo. A cinque anni dalla sua scomparsa è il nostro modo per ricordarlo.

EF: Come nasce l’idea del Museo del Cavallo Giocattolo?

GP: Quindici anni fa, il Cavaliere Catelli ha contattato un collezionista di giocattoli proponendogli di acquistarne un certo numero per farne un Museo nella ex scuderia di sua proprietà, l’allevamento AL PORTICHETTO, che aveva visto la nascita del grande trottatore Tornese nel 1952. Tornese aveva vinto gare in tutta Europa e negli Stati Uniti e nel 1962 era stato messo a riposo. Al suo ritiro dalle corse i proprietari avevano ceduto i terreni al Cavaliere Catelli. Riportare i “cavalli’’ in questi luoghi è stato per il Cavaliere Catelli un dono di grande sensibilità, dettato anche dal suo desiderio di ‘”lasciare un segno”. Alla sua scomparsa nel 2005 i figli hanno voluto ampliare il museo perché questo desiderio del padre divenisse una importante realtà.

EF: Il vostro museo non può definirsi un museo d’impresa in senso stretto, proprio perché non racconta la storia aziendale o piuttosto la vita del fondatore.

GP: Assolutamente no, ci si è voluti rivolgere al mondo del bambino che è chiaramente il settore di riferimento della Chicco. Il cavallo giocattolo è il simbolo dell’infanzia. Un giocattolo, il cavallo, che appare già in dipinti e miniature dal 1400, una storia che raccontiamo in tavole illustrate lungo il percorso del museo. Il cavallo, per millenni, fino alla fine dell’800, era l’unico mezzo di trasporto e per i bambini era l’imitazione dei grandi. La Chicco ha costruito migliaia di cavalli giocattolo: CHICCO PONY, CHICCO RODEO perché il dondolio del cavallo ti porta a sognare, a cavalcare dove vuoi fuori dal tempo. E dice una favola,  se tu gli vuoi bene, ma gli vuoi bene VERAMENTE, allora diventa un VERO cavallo. In questi dieci anni abbiamo contattato persone che, in tutto il mondo, costruiscono cavalli giocattolo. In Inghilterra in modo particolare, dove i fratelli Stevenson creano cavalli meravigliosi per tutti gli appassionati e hanno anche un ospedale per il restauro di questi “destrieri’. Dai Link del nostro sito www.museodelcavallogiocattolo.it  si possono contattare tutti questi personaggi che fanno rivivere il bambino che c’è in noi.

EF: Oggi è un punto di riferimento del settore nonché un collante tra più generazioni.

GP: Abbiamo iniziato con la collezione di circa 300 esemplari, negli anni la collezione è raddoppiata grazie al sostegno di molti visitatori che ci portano i loro cavalli. Il più vecchio è Adamo, in pietra lavica, lo segue Gigi in terracotta, porta bene i suoi anni ma ne ha circa 1500.  Alcuni riconoscono il loro cavallo o almeno così credono, e si fanno fotografare per i nipotini. I bambini, nonostante siano molto sollecitati dal linguaggio e dalla velocità dei video giochi, restano affascinati dai giochi tradizionali e dalle giostre di Colombani.

EF: Esistono dei punti di contatto tra l’Azienda e il Museo?

GP: L’Azienda ci appoggia in ogni nostra necessità, con realizzazioni grafiche in occasione  delle mostre, gadget per il Museum Shop e materiali di recupero per i laboratori didattici: stoffe, passamanerie, bottoni, etichette che, forniti dalla Sezione Moda, vengono utilizzati per rivestire i cavalli in polistirolo di colori e fantasia.  È stupendo vedere i risultati e la gioia dei bambini che escono con il loro cavallino da mostrare a casa. La stessa entrata gratuita al Museo non sarebbe possibile senza il supporto dell’azienda.

EF: Ogni cavallo nel vostro museo ha un nome.

GP:  Si, così li possiamo facilmente chiamare e identificare anche noi. A partire da Gariboldo che  accoglie i visitatori all’ingresso del museo per festeggiare l’unità d’Italia, o piuttosto Edoardo di Ortisei, Tirvo bresciano, dono del Cavaliere Berlucchi, e tanti tanti altri. Nyria dalla Sicilia, Peter Steve molto inglese, con una capsula del tempo apribile dove mettere un messaggio per i discendenti, lui è il cavallo del Millennio.

EF: Che tipo di attività portate avanti nel museo ?

GP: Organizziamo almeno 4 mostre all’anno. Il Circo dei Sogni, Cavalli tra terra e Cielo, e lunedì 4 aprile abbiamo inaugurato la mostra di pittura e scultura di Cristina Crestani “Giocattolo tra realtà e simbolo”. Con le sue opere racconta la magia incantata del ricordo dell’infanzia nell’atmosfera sospesa della pittura ed è autrice anche del libro “Tempo perduto tempo ritrovato” che racconta la vita del giocattolo. La mostra ci accompagnerà fino al 30 Giugno. I laboratori didattici sono una costante del sabato pomeriggio e su prenotazione per i gruppi e per le scuole, durante tutta la settimana.

EF: Che tipo di mondo gravita attorno al Museo del Cavallo Giocattolo?

GP: Siamo oggi il punto di contatto tra gli appassionati di cavalli giocattolo nel mondo. Patricia Mullins, autrice del più importante libro sui “cavalli giocattolo” frutto di un lavoro durato 7 anni, ci ha fatto visita questa settimana per la seconda volta. A lei fanno riferimento tutti i collezionisti per consigli e per noi è un grande aiuto con i suoi suggerimenti . “I love this place” ci ha detto dopo aver rivisto il museo, così splendidamente ristrutturato e facciamo tesoro di questo sentimento, che condividiamo. Voglio citare l’Associazione “Passione Cavallo” di Pavia che organizza da anni un concorso nazionale “disegna il tuo cavallo”.  Molti sono i premi, uno di questi il nostro libro -catalogo.  Vi aspettiamo per condividere questa magica atmosfera e ridiventare bambini.

 

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