Federica Rossi, curatrice del Museo Rossimoda della Calzatura, racconta Europeana Fashion, in vista della conferenza internazionale Fashion Industry and glamm comunity (17 e 18 Aprile, Firenze)

Elisa Fulco: Il Museo Rossimoda della Calzatura è uno dei ventidue partner del progetto Europena Fashion, che raccoglie le principali collezioni pubbliche e private di moda. Come è nata l’idea della rete?

Federica Rossi: Europeana Fashion (www.europeanafashion.eu, http://vimeo.com/43922483), è un progetto lanciato nel 2012 dall’Associazione no profit di Firenze “Rinascimento Digitale”, promosso dalla Comunità Europea e dall’ICT. Ha una durata triennale e l’obiettivo di creare entro il 2015 un database condiviso di oltre 700,000 immagini (disegni, modelli, schizzi, poster, cataloghi, fotografie,etc.), provenienti dalle principali collezioni pubbliche e private di moda, compresi archivi e biblioteche di ben dodici paesi europei.

EF: In che modo il Museo Rossimoda contribuirà al progetto e quali i vantaggi nell’aderirvi?

FR: Per partecipare al progetto abbiamo garantito 12.000 immagini digitalizzate provenienti dal nostro archivio entro il 2015. Un lavoro ambizioso che ci ha spinto ad accelerare il progetto di archiviazione già in corso, anche grazie a un ulteriore risorsa dedicata, messa a disposizione da Europeana Fahion, che ci permette di stare nei tempi. Da un anno ci sono due persone che lavorano a tempo pieno in archivio, più un part-time. Inoltre, è un grande vantaggio la possibilità di confronto con una comunità internazionale di musei e istituzioni della moda, uniti dall’obiettivo comune di restituire la complessità e la vivacità attuale del sistema moda. Un mondo che interessa milioni di persone, che dal 2015 potranno accedere a questo incredibile archivio.

EF: Esiste una scheda comune adottata da tutti per catalogare un materiale così disomogeneo?

FR: Se in ambito moda c’è la scheda VeAC, creata per i vestimenti antichi e contemporanei, per gli accessori, e in particolar modo per le scarpe, ci siamo accorti che mancavano dei parametri condivisi. Questa è stata ancora una volta l’occasione per riflettere su una comune metodologia, con l’obiettivo di rendere più completa ed efficace la consultazione delle schede dell’archivio.

EF: Quali sono le voci navigabili secondo questa nuova scheda in corso di definizione?

FR: Sicuramente sarà possibile fare ricerche per materiali, colori, tacco, suola, tutti indici che comporranno un archivio visivo in cui sarà più facile comprendere sia la creatività di ogni singolo stilista che le ispirazioni dei corsi e ricorsi della moda. Inoltre, nella definizione delle voci hanno avuto un grande peso sia il confronto con l’ufficio stile della Rossimoda che il contributo dell’Acrib, l’associazione calzaturieri della riviera del Brenta, e del dipartimento di Storia Economica dell’Università di Padova.

EF: Che tipo di ricadute aziendali può avere questo nuovo sistema di archiviazione?

FR: Sicuramente faciliterà il compito degli stilisti e dei creativi dell’azienda, già assidui frequentatori dell’archivio fisico del Museo. C’è grande entusiasmo per il progetto, siamo tutti più consapevoli dell’importanza di una corretta archiviazione, compresa quella delle produzioni contemporanee. Il progetto Europeana è un ulteriore stimolo per rivedere tutto il materiale conservato nei magazzini, 19 mila mezze paia di scarpe che attendono di essere catalogate.

EF: Quante scarpe sono ospitate nel Museo e in che modo sono presentate?

FR: La collezione Rossimoda comprende circa 1.700 modelli di calzature femminili di lusso griffate, prodotte dall’azienda dal 1947 fino ad oggi. Ospita inoltre una piccola ma preziosa raccolta di calzature veneziane del ’700 e dell’800 di proprietà del fondatore Luigino Rossi. L’allestimento valorizza il contributo delle singole case di moda con cui l’azienda ha collaborato, evidenziando la flessibilità di quest’ultima nel produrre per marchi diversi (Christian Dior, Fendi, Anne Klein, Ungaro, Genny, Richard Tyler, Vera Wang, Calvin Klein, Christian Lacroix, Marc by Marc Jacobs, Loewe, Emilio Pucci, Givenchy, Kenzo, Porsche Design, Donna Karan e Celine, l’ultimo acquisto dell’azienda). Un caso a parte è lo stilista Yves Saint Laurent, del cui marchio si mostra l’evoluzione nel tempo, partendo da ben trentotto anni di relazione con la Rossimoda.

EF: In aprile si terrà la prima conferenza internazionale di Europeana Fashion. Quali saranno i temi discussi?

FR: Saranno due giorni molto intensi in cui si parlerà di moda e interdisciplinarietà, dell’importanza dell’open source nella moda come chiave per l’innovazione e la formazione, ma anche di nuovi media e delle possibili applicazioni nel settore. Una giornata da non perdere (http://www.europeanafashion.eu/conference/).

 

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